Il Guido Reni District, location scelta e organizzata per mettere in scena le principali manifestazioni presenti in calendario, è ormai base di Altaroma. In quel venerdì modaiolo, bello denso e carico però, la sfilata che più fra tutte aspettavo, non si sarebbe tenuta lì. Ma da tutt’altra parte, in via Cola di Rienzo, 173.
Complice l’attività di scouting tra Altaroma, e il premium contemporary department store Coin Excelsior, che con il progetto New designers at Coin Excelsior, da sette anni ormai, ha l’obiettivo di promuovere le opere di stilisti, e talenti emergenti nella Capitale.
Alle ore 19,00, Greta Boldini, brand selezionato dalla partnership, sfruttando la splendida occasione, sfilava proprio all’interno della Coin Excelsior.
La presenza creativa di Alexander Flagella, iniziava già dall’ingresso, quando io, con il naso rosso dal freddo e una decina di minuti di anticipo, dalle giganti vetrine in esposizione, ho subito riconosciuto gli elementi della collezione SS 2018.

Alcune proposte, immerse un fresco giardino verticale, come vedette, osservavano gli ospiti arrivare, con quell’aria poetica e sostenuta che io – magicamente – sentivo già familiare.
Mi riconobbi ancora ubriaca di quei “Sussuri” estivi, che durante la precedente edizione di AltaRoma al Guido Reni District, mi avevano stregata. Riportandomi per un attimo indietro, a quelle sensazioni crepuscolari e bucoliche, chemisier in cotone, abiti in organza e poi metri di tulle, stretti in vita dalla famosa borraccia gioiello con 750ml di vita in più, sono bastati a riscaldarmi subito il cuore, naso e le mani gelate.
In quella sera, di nuovo a caccia di splendide sensazioni, non mi sarei persa per niente al mondo lo show di Alexander Flagella.
Avevo letto e riletto il comunicato stampa. Diverse volte, tante. Così, mentre varcavo la soglia dello store, con parole nuove scritte nella mente, sorridevo di gioia, lasciando quei “Sussuri” alle spalle, e alimentando sempre più la mia trasognata ed euforica attesa.
Il documento raccontava di una sorta di alienazione tra esseri umani, nata dalla paura del contatto, e dalla dipendenza tecnologica. Una visione contemporanea a guidare la linea, dove serviva solo l’amore per recuperare tutto: sentimenti, personalità e coraggio di vivere. Non a caso “Her“, titolo della collezione A/I 2018-19, riprendeva giusto nome e senso del film di Spike Jones.
Io in fila, pronta a salire al piano superiore, mi guardavo intorno, mentre una voce femminile, plastificata, veniva fuori da autoparlanti, e dando il benvenuto, suggeriva di allacciarsi le cinture, e preparsi allo show.
Sembrava che stessimo per lanciarci nello spazio.
Un’atmosfera surreale fiabesca, luci fredde, ricordavano Ultra Violet (colore dell’anno 2018 scelto da Pantone), e raffreddavano gli ambienti caldi, e placcati dello store, in un perfetto equilibrio, che proiettava le nostre sensazioni, quasi nel futuro.

In pochi minuti, tra il primo e il secondo piano, eravamo tutti in piedi, tra gli stand della Coin, a circondare una passerella improvvisata per “Her” che, sintesi materica di una visione moderna, ha preso spunto dall’amore, e in quella sera, ha vinto sulle nostre aspettative, profondendo sensualità e romanticismo.
Ho percepito quel sentimento, in grado di avere la meglio su tutto, quando improvvisamente l’ho visto diffondersi tra i modelli, con gli ampi scolli a madonna che, da geometrici come angoli ottusi, lievemente addolciti, lasciavano spazio alle spalle.
“Amor omnia vincit” pensavo a questa frase di Virgilio nelle Bucoliche, e pensavo a Flagella che, come il poeta latino, usava l’amore, mentre dal mio angolo, mi facevo largo con gli occhi, per esaminare i particolari di ricami, e poi le chiusure: da quelle active delle cerniere a vista, alle più delicate con mini bottoni di perle.
Contemporaneità e couture, semplificati in un’atmosfera elegante, confermavano un sotteso richiamo urbano. Dove forme e trame rubate all’outwear, apparivano rivisitate per comporre lunghi abiti chemisier, e dinamici tailleur trapuntati.
Ed io, ho avvertito quel senso di eleganza seducente, allo stesso tempo immacolata dalla continua ricerca di poeticità, e dalla voglia costante di esaltare la tradizione.
Una lode all’amore, dove il titolo della poesia di E.A. Poe “A dream within a dream” campeggiava poi sparso, su abiti morbidi, portati con ampi maglioni a collo alto, o midi grembiuli neri legati da un lato.
Ho preso parte per la seconda volta a questo spettacolo raffinato. Dove tagli sartoriali, su maxi gonne in denim, trasmettevano lo stesso rigore degli abiti lunghi da sera, in georgette o organza. Insieme alla meravigliosa allure comfort del velluto lurex, su eleganti abiti monospalla e sensuali tute da giorno.
Ho vissuto la collezione che da rilassata, delicatamente, diventava più impegnativa. E viceversa. Come un fardello da portare sempre con consapevolezza, e fiducia nell’amore e nei propri sogni.
Con una palette cromatica usata ad hoc, giocata su toni contrastanti: grigi polverosi, bluette, marrone, nero, quasi a ricordare quel mondo perduto, spento, sconnesso che, improvvisamente s’illuminava, grazie all’energia del giallo acido, rosa shocking e turchese.
Una sottile nota nostalgica, con i giochi voluminosi dei victory rolls, ed i tocchi di attualità per gli occhi coperti a malapena, dietro mini cateye neri, e infine il glam delle preziose creazioni artigianali firmati Voodoo Jewels.
Andando incontro ad un futuro incerto, Alexander Flagella ha così plasmato, l’immagine di una donna coraggiosa e romantica, che vive libera nella bellezza quotidiana dei propri sentimenti, senza paura, e senza mai prendersi troppo sul serio.
PH. S. Dragone | Luca Sorrentino (fonte: altaroma.it)