Alle 18,30, i “Sussurri” crepuscolari di Greta Boldini, arrivarono ad ingraziarsi noi, e quella smaniosa e rovente attesa.
La collezione SS 2018 di Alexander Flagella, chiamata appunto “Sussurri” così, chiuse quel primo giorno di Altaroma.
Secondo alcune news, temperature troppo elevate, diminuirebbero i riflessi alla guida … e forse sarà stato il caldo, a rendermi un po’ euforica, insieme alla stanchezza accumulata nel corso della giornata; ma fatto sta che, lo show di Greta Boldini, mi ha completamente stregata. E l’ha fatto con poesia, donandomi anche, un piacevole e incantato, senso di ebrezza.
Nell’attesa, leggere il comunicato stampa, era come calarsi già, nel mood bucolico.
Alexander Flagella, direttore creativo di Greta Boldini, è stato certosino nella ricerca di queste immagini e sensazioni. Partendo dalla passerella, ornata con spighe di grano, cassette di legno, cesti di vimini intorno a morbidi cuscini color avorio. E dove magari sedersi, a godere in aperta campagna della pace del tramonto, e osservare quel gruppo di cardinali con la talare rossa, passeggiare, rilassati tra i campi.

“Sussuri”, collezione SS 2018, ha preso spunto dai paesaggi lucani di Franco Fontana, insieme alla grande bellezza di Roma, raccontata nei film di Fellini e Sorrentino, e ha divulgato, poesia per tutto quanto lo show.
Ho visto sfilare modelli, tiepidamente costruiti su sfumature calde e naturali, che insieme a dettagli e accessori, confermavano un voluto richiamo etnico.
Sartorialità e tradizione, aleggiava in passerella, accuratamente mescolata alla contemporaneità dello sportwear, e ai tessuti tecnici di soprabiti in nylon.
Sarei rimasta lì, chissà quanto, a scrutare i particolari di ricami, cinture, gioielli, insieme agli elementi naturali dei cappelli a falda larga, che eleganti emanavano un’austera femminilià. Sapientemente condita poi, dall’abile tocco di classe, degli scolli a madonna, lineari e sensuali.

E poi avrei indossato i lunghi foulard, intrecciati in vita, e rubato quella borraccia straformata in gioello, per avere anch’io, quei 750 ml di vita in più.
Ho visto personalmente il fascino dei due mondi fusi insieme.
Ho percepito tutto come fosse una funzione. Una processione, dove abiti lunghi, passando da sagomati chemisier in cotone, a morbide tuniche in fresco popeline, mostravano quell’antica ispirazione clericale.
E ancora, la grande bellezza rilassata, inebriante che ti accecava volutamente con i toni cipria di lunghi abiti fluttuanti per metri e metri di tulle.
Ho preso parte a questo spettacolo raffinato, e alla fine dello show, come ubriaca di quei sussurri, sono corsa nel backstage.
Ho spiato la mood board, e quell’idea iniziale, ancora niente, puntata su una parete improvvisata.
Ho visto gli occhi di Alexander Flagella, timidi, e pieni di aspettative, quasi trepidanti per il giudizio finale.
E l’ho ringraziato, perchè anch’io, ho percepito quella duplice anima della collezione.
L’ho osservata, plasmarsi tra sacro e profano, e da onirica, materializzarsi alla fine, in realtà. Tutto in quell’unico e brevissimo show, durato poco più di 10 minuti.
Con passione,
Savannah
Ph S.Dragone | Luca Sorrentino (fonte: altaroma.it)