Mi hanno detto che frequento i posti più belli, ed io me ne rendo conto tutte le volte che mi trovo ad assistere ad eventi e presentazioni. La città eterna è una location fuori dal comune, e con il suo centro pieno di segreti e storia, ci mette veramente niente a creare la magia necessaria a promuovere arte e moda. Specie in questo periodo, all’ora del crepuscolo, quando i giorni si allungano, e l’aria frizzantina inizia a farci credere all’arrivo della primavera.
Chi abita a Roma e si occupa di moda, dunque è fortunato, e (forse) non lo sa. Ma io, con un invito al volo, in un posto che conservo nel cuore, e la curiosità di vedere quel video con abiti fatti di spugna, lo sapevo benissimo, eccome.
L’occasione era la presentazione della capsule collection “OPERA #3”, con un evento a tema, e la proiezione di un mini video di Rossano Giuppa, event manager dalla personalità estrosa e creativa.
Il tutto, messo in scena all’interno del flagship store di Alessandra Giannetti, brand di nicchia, essenziale contemporaneo, fondato a Roma nel 2001.
In realtà era la seconda volta che la mia amata moda, mi portava lì, pronta a far parte di quella Roma segreta, che puoi scoprire solo per caso, e che io invece, da studentessa, cinque anni fa scoprivo durante l’Accademia, sempre seguendo lei, la moda, appunto, e in particolare quella dinamica, minimal di Alessandra Giannetti, nota designer romana, mente creativa del brand che porta il suo nome.

Uno stile riconoscibile dalla forte passione per la cultura giapponese, coltivata sul campo a Tokyo, e la necessità di semplificare il quotidiano, con una visione elegante, versatile, senza orpelli, fatta di abiti trasformabili, materiali pregiati e lavorazioni made in Italy.
E sabato scorso, in quel tardo pomeriggio di marzo, appena arrivata in Piazza Capranica, con a sinistra il magico scorcio fumè del Pantheon, e di fronte quella suggestiva boutique, mi sono sentita fortunata. Fortunata di vivere a Roma, e di occuparmi di moda, con tutti i pro e i maledetti contro del mestiere.
Un sacco di gente intorno, sparsa tra la vetrina e l’antica viuzza di sampietrini coprivano lo store, incorniciato di arte e prestigio, dall’antico civico 94, proprio come nel 2013, ma con una ventina di gradi in meno, rispetto a quel lontano e caldo fine martedì di luglio, in cui durante AltaRoma con un evento collaterale (oggi “intown”) la stessa designer presentava “Walking” vecchia collezione A/I 2013-2014.

Così lentamente varcavo la soglia dello store, pensando al design di quelle forme destrutturate, e poi di nuovo al tempo trascorso, che in un lampo mi contagiò di vergogna, la faccia. Ma riconobbi lo stile della designer, marcatamente urbano, dai ravvisabili tocchi di nero, beige, bianco e infine rosso, protagonista della nuova capsule e del suo amore per l’arte, messo in vetrina con il cuore in un quadro di Gianpaolo Conti, e mi fece subito sentire all’altezza di scrutare dal vivo, per la seconda volta, quella particolare, semplice, visione di moda.

Essenziale, sostenibile, stavolta plasmata con un materiale ipoallergenico, 100% vegetale, da fibre naturali di Bamboo, la spugna, che io incuriosita, appena entrata in boutique, sono corsa subito a toccare con mano.

E sistemati sugli stand intono a noi, le tre versioni di colore – nero, rosso e beige – per tre pezzi in tutto, componevano “OPERA #3″ la sponge capsule primavera/estate 2018, fatta di capi trasformabili, morbidi al tatto, e leggeri da trasportare anche in valigia.
Pezzi iconici come la gonna/abito hakama, la borsa a sacca destrutturata, e la t-shirt over a mezza manica, elementi senza taglia, adattabili e pensati per corporature diverse.
E dove la pregiata spugna di Bamboo, evolvendosi dall’idea di biancheria da bagno, con Alessandra Giannetti, consapevolmente tracciava quella versatilità necessaria alla donna di oggi, quasi a supporto di quella voglia di vivere la vita, sempre con leggerezza e dinamismo.
Un messaggio confezionato ad hoc, con il dance enigmatico di Digital Versicolor dei Glass Candy, soundtrack elettronico del mini video in proiezione, che insieme alla spugna di Bamboo, oltre ad avermi trascinato lì in quel momento, tra passi di danza e pose al rallentatore, ha messo in pratica la trasformabilità di ogni capo, superando stagioni, oltre le tendenze.
Ed io, all’interno dello store, in quella piazza piena di segreti e storia, mi sono lasciata trasportare dal rosso, e poi dal beige, e poi dal nero, in quel gioco ipnotico di moda, musica e magia.
Chi abita a Roma e si occupa di moda, dunque è fortunato, e (forse) non lo sa. Ma io, ho preso l’invito al volo, e sono tornata in quella preziosa boutique, ho visto il video con abiti fatti di spugna, e lo sapevo benissimo, eccome.
P.S. Se volete immergervi anche voi in quell’atmosfera, ecco il mini video sulla capsule “Opera #3”, realizzato da Rossano Giuppa e Simone Passeri. Lasciatevi andare, mi raccomando!