In quel 27 gennaio, dopo le rose e il pret à porter celebrativo di Rambaldi, avrei preso parte ad un altro evento modaiolo. Un po’ più da vicino questa volta, e fuori dalle due sale adiacenti, che diverse volte mi avevano vista fare destra e sinistra, su e giù per il viale.
La presentazione di Electric Dèpendance non aveva nulla a che vedere con la categoria fashion hub di AltaRoma, e inserita nella sezione Intown, stranamente non sfruttava neppure la bellezza della città eterna.
Da mezzogiorno alle ore 15, sarebbe andata in scena sempre all’interno del Guido Reni District, senza passerella, e in una location diversa: Les Marionettes – Bio Art, il nuovissimo bistrot dallo stile leggermente nordico, unico punto di ristoro, a pochissimi metri dalle sale, tra una sfilata e l’altra.
Così, anche se in leggero ritardo, con la location dietro l’angolo, e libera dallo show precedente, in quel sabato mattina quasi pomeriggio, cercai lo stesso la tranquillità del mio angolino, per trovarmi faccia a faccia con il fedele comunicato stampa.
Un documento scritto su due fogli A4, che dietro il sapiente racconto dell’eclettica Sonia Rondini, rivelava tutti i dettagli della capsule di Gentile Catone, brand nato da due giovani menti pescaresi, e dalla superba combinazione dei loro cognomi.

Chiara Catone e Francesco Gentile, coppia fin dai banchi di scuola, ad AltaRoma, con “Electric Dèpendance” presentavano finalmente la loro particolare visione: sostenibile, attuale, ossessionata dalla costante ricerca del bello, e da un bisogno nostalgico del passato. Complice anche l’ispirazione, quasi onirica, impalpabile, fatta di viaggi ed esperienze, richiamate alla mente come una scossa elettrica, da piccoli oggetti da collezione o semplici ricordi controversi.
Così, dopo aver fissato in testa, quell’idea sulla loro identità stilistica, e lasciato il mio angolino sul viale, incuriosita dalla location e dal raffinato racconto, mi accingevo finalmente a raggiungere La casetta di Les Marionettes, lo spazio più intimo tra Dehors, La Serre, e La Grande Salle, le altre aree del locale.
E affacciata proprio su Dehors, la sala esterna con sedie e tavolini, immersa in un orto urbano pieno di angoli con erbe aromatiche, la riservata casetta, faceva da contenitore prezioso alla collezione F/W 18-19 di Gentile Catone, che in quel preciso momento, non poteva scegliere città e location migliore, per il suo debutto ufficiale.
Uno spazio privato come un salotto di casa, con divani Winchester, tavolini, piante e vasi di tulipani, da dove quattro modelle, ognuna intenta a compiere azioni diverse, con fare lento e indisturbato, sotto la direzione dell’event manager Rossano Giuppa, raccontavano storie di donne enigmatiche, intimamente disturbate da cose risolvibili e non.
12 modelli in tutto, indossati e alternati, dall’interno all’esterno della casetta, prima lontani, e poi vicini tra noi, in una sfilata al rallentatore, senza mai sfilare sul serio, sotto i flash dei fotografi, ed in pasto agli occhi furtivi e curiosi, di ospiti e giornalisti presenti.
Dai completi morbidi con gonne longuette, agli eleganti abiti midi da giorno, realizzati con materiali naturali e cruelty-free come la seta, la lana e il cashmere per catturare il lato più chic dell’ecosostenibile, cruccio del brand fin dalla loro partecipazione alla Green Fashion Week.
E con il synth pop, frizzante, enigmatico dei Chromatics in sottofondo, immaginando scene alla David Lynch, ma con gli abiti al posto del sogno, unici elementi di continuità tra realtà e immaginazione, bellezza esteriore ed interiore, ad un tratto, mi sono sentita parte di quella moda in fieri, surreale.
Così, ho potuto ammirare da vicino, gli splendidi decori, e sentirmi come Alice nel Paese delle Meraviglie, incastrata nelle geometrie fantasy e nostalgiche dei colletti dipinti a mano. Una visione letteraria, pronta a contagiare con l’ispirazione carica di mistero ed elettricamente sofisticata.
E nonostante i contorni di maniche e gonne, bordati di piume verde smeraldo, attraverso i morbidi fiocchi in shantung e le nobili cinture bicolor, ho percepito la sottesa nota bon ton.
Complice di un’eleganza senza tempo, che in quel preciso “mio” tempo, con gioielli artigianali, e lo styling trendy, combinato ad hoc per stare sul pezzo, ha dipinto con colori caldi e autunnali, una bellezza moderna, raffinata e particolarmente consapevole.
Con passione,
Savannah
PH. S. Dragone | Luca Sorrentino (fonte: altaroma.it)
Ufficio Stampa: Sonia Rondini | soniarondini.it
Costruzione Perfomativa | Event Management: Rossano Giuppa
Che meraviglia! Belli gli abiti, adorabile la location e lo stile della sfilata/non sfilata!! Bello
Moira
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Tutto sapientemente in tema, è vero! Grazie Moira, felice ti sia piaciuta💜
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