Un paio di anni fa mi trovai di fronte le creazioni di Mira Mikati.
“Dreamer” e “Do not disturb me” parole ricamate a colori, su un cappotto di lino bianco rapirono la mia attenzione. Condivisi subito la foto su Instagram, e appuntai nella mia wishlist dei sogni quel capo che sentivo rappresentarmi in pieno.

Volevo dirlo con urgenza che, in fondo siamo tutti un po’ sognatori. E lo feci in punta di piedi, attraverso una semplice foto con didascalia. Ma, in cuor mio, promisi che ne avrei parlato meglio. Solo per provare a far conoscere il fantastico mondo di Mira Mikati, disegnato dall’omonima designer sempre con garbo, e un sano pizzico di follia.

Ogni brand regala un assaggio del proprio universo, del proprio vissuto. Per me, un posto nuovo in cui immergermi, da esplorare con gli occhi pieni di aspettativa. Che spesso diventa meraviglia, la stessa che vedi sul volto di un bambino.
La moda fa questo. Come arte, traccia con materiali e forme, quell’idea intrisa di passione e creatività. Dove background, ispirazione e contesto, plasmano uno stile coinvolgente, e in questo caso allegramente dipinto, combinato in uno shake perfetto ed elegante.
Tutto questo trovo, ogni volta che osservo gli abiti di Mira Mikati.
Una designer libanese con sede a Londra. Una lunga carriera nella moda, prima co-fondatrice di Plum nel 2007, concept store a Beirut, poi designer nel 2012 per la Maison Façonnable, a Parigi. Ed è lì che conquista il pubblico, con il suo stile pop unico, fatto d’arte, grafismi e forme semplici. E consapevole dell’assenza sul mercato, di qualcosa di sartoriale, divertente e positivo, crea così, il marchio che oggi porta il suo nome.
Arrivata alla sesta collezione in calendario dice che i suoi figli, sono la fonte primaria d’ispirazione. La loro innoncenza e il loro modo di vedere la vita, la spingono a fare sempre cose pazze, cose che altrimenti non farebbe. E poi, i viaggi e le opere di artisti come Takashi Murakami, Yoshitomo Nara, KAWS e Darcel, tra i suoi preferiti.
Insomma tutto ciò che la rende felice. E Fin dal debutto sulle passerelle parigine, le sue collezioni, lo mostrano. A colpi di colori acidulanti e riferimenti Kawaï, sprizzano energia in tutte le forme.

Collabora subito (fall 2015) con Darcel Disappoints, illustratore famoso per le sue caricature a forma di uovo, e con un occhio solo. E lancia la sua firma, un’eleganza che fa sorridere. Con emoticon e slogan, sul cappotto funny che sembra un quaderno di un adolescente, o sulla giacca in principe di Galles ricoperta da margherite, insieme alla parola “Laugh” multicolor che si ripete ovunque.
Con l’artista pop Kaws invece collabora per la PE 2016. E proprio come un libro da colorare (quello dei suoi figli) con il bianco fa da sfondo alla creatività piu trascinante.
Immaginando un viaggio tra Santa Fe e New York, su gonne del suo materiale preferito, il cady di seta, tra stampe di cactus, arcobaleni e fiori, alternando poi (le mie adorate e sopracitate) giocose scritte.
Le modelle si lasciano prendere dal divertimento (fall 2016), quello promesso con “Play More” e “Smile”. Un ritorno all’innocenza per allontare la paura, e quel terrore per gli ultimi eventi internazionali. Evadere così, in un modo dai dettagli sprint.
Dove Mira, usa spesso il suo colore preferito, il giallo, a tocchi, sperando che faccia lo stesso effetto che fa a lei, riflettendo gioia, positività e ottimismo.
E collezione dopo collezione, sempre con un occhio ai trend del momento (spring 2017) Mikati non rinuncia al suo mondo fantasy.

Foliage vitaminico sul pigiama celeste pastello si alterna a tucani ricamati o ricoperti di paillettes. Per chiudere con il collage tipografico “Teenage Runaway” dell’artista Jack Pierson stampato sul retro di una felpa in cotone.

Una fan sfegatata del lettering giocoso (fall 2017), ormai l’abbiamo capito … e l’avete capito. Fatto di frasi felici e ipercolorate.

E poi arcobaleni, una visione di moda, trendy anche d’inverno. Su abiti in cady, con inediti accostamenti tra pezzi a tema scouting d’ispirazione militare (come la maxi hoodie o il blazer con i manicotti di lana).

Fino a contagiare anche l’ultima collezione (spring 2018), dove è il tocco athleisure ad infondere uno spirito più easy, rompendo anche la classicità delle righe.

Libertà in stile California Dreamin’, lasciandosi ispirare da Venice Beach, gli skaters e il surf. Con le giacche a vento effetto glossy, punteggiate da bottoncini che sembrano deliziose caramelle.
Tutto questo a sottolineare un equilibro, un filo conduttore cartoon che permette a Mira di realizzare capi di alta sartoria, non prendendo mai le cose troppo sul serio.
Perché alla fine è una donna un po’ bambina che, ogni volta vuole strappare un sorriso. Come ha fatto con me.
Per questo ho deciso di raccontarvi di lei.
Come lei, avevo voglia fare questo viaggio, essere Peter Pan, e credere che neanche il cielo può mettere un limite ai nostri sogni…