6 luglio, secondo show in programma.
Sala 2, tutti di nuovo in fila.
Il comunicato stampa prometteva un viaggio negli anni’60, destrutturato, e in chiave moderna, per via dell’ispirazione: la nonna. E poi “rigore, ricerca del bello assoluto, estetica pura. Una moda come la psicoanalisi”.
Queste parole, vagavano nella mia mente incuriosita, mentre una volta entrata, mi preparavo, con taccuino e matita, ad assistere allo show. Era ovvio: volevo vedere anche la nonna, ma in versione smart!
Perchè è proprio lei, musa di Anna Francesca Ceccon, designer milanese di Moi Multiple, brand finalista di Who Is On Next? 2009.
Quindi, tutti alle loro postazioni, cenno intermittente di luci, musica, e via…
Rubando così letteralmente la scena, sfilò “Plus-que-parfait” collezione primavera/estate 2018.
Ed io, sempre in terza fila, ho riconosciuto subito, quella visione retrò decontestualizzata, che nel contempo dava nuova vita all’eleganza formale.
Flessibile, meno rigorosa in Moi Multiple; perchè appunto, la designer, qui fa di tutto, per rielaborarla ad hoc, e renderla attuale.
Complici geometrie e color blocking, in gioviale equilibrio, grazie ad una palette cromatica decisa – arancio, giallo, verde tiffany, greenery e blu china – ben mescolata con il bianco e nero.
In particolare, mi hanno colpito linee, silhouette e volumi, di quegli abiti sartoriali, che repentini da vintage a quotidiani, sfilavano con disinvoltura, in perfetta sintonia con il trend style del momento: athleisure.
A conferma del passato della Ceccon, come Cool Hunter da Peclers Paris, vantando collaborazioni con brand del calibro di Prada, Dolce & Gabbana, Armani.
E poi c’era “Ca Plane Pour Moi” di Plastic Bertrand, colonna sonora dal rock new wave, a tingere vigorosamente, i modelli con mood ironico e pungente, insieme agli accessori e ai dettagli degli abiti.
E quindi spille giganti, piume di struzzo, foulard alla Audry Hepburn, e grandi occhiali da sole, cipria. Tutti glam, e contestualizzati come parte integrante di look, dall’impronta assolutamente couture.
Ph. S. Dragone | Luca Sorrentino (fonte: altaroma.it ; @moimultiple)