Bisogna sempre aver chiara la differenza tra classico e barocco. Sempre. Due scuole di pensiero, due visioni, due stili talmente opposti, da essere agli antipodi; e nella moda spesso e volentieri serpeggiano quasi indisturbati, soprattutto se poi, c’è l’architettura a fare da solido, anzi solidissimo background.
Per Co.Ro. Jewels, brand di gioielli, immagino la ricerca di equilibrio tra le due visioni, appena il mio occhio furtivo si posa, prima su un bracciale che riprende la circolarità pazza e confusa del Gasometro, poi su un anello che riprende la linearità squadrata di Villa Malaparte, e poi ancora su orecchini e ciondoli, l’ultima linea dalle texture completamente intrecciate, dedicata al grande maestro Francesco Borromini.


Perché entrare nella boutique/laboratorio di Co.Ro.Jewels, è un po’ come fare una passeggiata nell’Italia in miniatura. Solo che un’attenzione particolare è su Roma, dove costruzioni, monumenti, e alcune opere industriali, vecchie e abbandonate dall’uomo e quindi ormai in disuso, magicamente si riducono in scala, e passando dalle menti creative di Giulia Giannini e Costanza De Cecco, diventano superbi preziosi da indossare.

“Tutto nasce durante l’università, quando insieme ai corsi di Architettura, ho iniziato a frequentare anche un’accademia di moda e costume. Appassionandomi sempre più alla creazione di gioielli, insieme a Costanza abbiamo iniziato a produrre alcuni pezzi. Pian piano le richieste aumentavano, e così abbiamo deciso di creare un brand tutto nostro.” Professionale, pacata, con la gioia negli occhi chiari, trasparenti come l’acquamarina, di quel celeste mistico che si diverte a sembrare verde e viceversa, Giulia Giannini mi fa subito strada tra la gente, e cercando un posto un po’ lontano dai festeggiamenti in corso, inizia a raccontare così del suo brand.
Una visione chiara, contemporanea che diventando architetti, Giulia e Costanza, arricchiscono di prestigio, e definiscono solo dopo diverse esperienze lavorative. “Abbiamo fatto le designer per Bernard Delettrez. È stata un’esperienza fantastica, durante la quale, abbiamo capito bene come posizionare una casa di moda” spiega la designer, spostando con una mano i capelli castani, e piegando poi la testa, pronta a rivivere per me, tutti quei piccoli passi, fatti prima del grande passo.

Siamo in via della Scrofa 52. E lì che conosco la coppia creativa, e tutto il loro mondo, protagonista di un gioco di luci che in quel momento, dentro e fuori, ben si orchestra con la magia del Natale, esplosa ormai da un pezzo. A organizzare tutto è lei, la #bellabimba Sonia Rondini, eclettica pr romana, sempre impegnata nella Capitale, pronta a diffondere arte e moda a più non posso. Mentre due sono le scuse, che con un fantastico party in store, diventano subito occasioni da festeggiare: Contemporary Baroque, la nuova collezione in omaggio al Maestro Borromini, e l’anniversario della presenza, sempre in via della Scrofa 52, la viuzza stretta e luminosa, proprio alle mastodontiche spalle di piazza Navona, che sabato scorso 1 dicembre ha fatto il bis.

Ma Co.Ro. Jewels nasce nel 2012. Evoluzione di un’amicizia nata tra i banchi di scuola, quelli del liceo capitolino Visconti, e il nome ne è la prova: Co.Ro. stampate su carta sono le iniziali di Collegio Romano, il nome della piazza in cui si trova l’istituto; lette e pronunciate d’un fiato invece, fanno pensare subito al coro; qui perfetta simbiosi di due giovani donne, che come maestri d’orchestra, dietro giochi visivi lineari e profusi, sottendono un insieme armonico, contemporaneo, con l’obiettivo comune di fondere l’architettura, con l’arte orafa italiana.

Un’architettura da indossare, architecture à porter per inciso, dove le lavorazioni sono assolutamente made in Italy anzi, “al piano superiore dello store praticamente, è quella la base del nostro fare, ma solo le lavorazioni più semplici, le fusioni le facciamo da un’altra parte.” Sorride Giulia indicandomi il laboratorio in alto, poi, mentre Costanza è impegnata a dare indicazioni sui gioielli, con pazienza allunga le dita verso una teca e afferra Wire, il bracciale colpevole di racchiudere in sé, quell’affascinante vocazione del brand: la voglia di riempire gli spazi, che in cuor mio riconosco subito essere figlia del forte e imprescindibile background, quello da architetto.


“Noi cerchiamo di lavorare molto fra gli equilibri, lo spazio è sempre al centro della nostra ricerca… per esempio in questo bracciale vedi la perla? È protagonista, ma è messa in evidenza dagli spazi vuoti”. Aggiunge sempre Giulia, facendo girare più, e più volte quella meraviglia tra le sue mani.
Ed io la vedo. Vedo la perla e il suo richiamo circolare, poi vedo la linearità classica, una forma chiusa e quell’esistere attraverso i piani, quadrati senza profondità come diceva Heinrich Wölfflin, lo storico dell’arte, nelle sue categorie spiegando bene la differenza sostanziale tra classico e barocco.
E poi vedo quell’esistere a profusione, senza isolare le forme, e quindi anche la corrente opposta, proprio nell’ultima collezione Contemporary Baroque: superbi orecchini e bracciali pronti a riprendere le cupole, e le piante intrecciate di San Carlo alle Quattro Fontane, e di Sant Ivo alla Sapienza, le maestose opere del Borromini.



E ancora, di nuovo il classico, il Colosseo Quadrato, la collezione Mediterranea, in una piccola e reale giostra preziosa; nella mia mente, angoli e geometrie si ripetono come i giochi prospettici di Alice nel Paese delle Meraviglie; si illuminano, scintillano e qualche volta con modernità, fanno il verso all’archeologia industriale, quella originale.
Perché Co.ro.Jewels alla fine ha uno stile contemporaneo, mastica troppo bene quella differenza tra le due visioni, e con l’architettura da background, gioca con gli spazi, dà importanza al vuoto e così ha anche la capacità, di renderlo materiale.