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Marc Jacobs: il grunge e la collezione che segna (con il suo licenziamento) la storia della moda


Nel 1992 Marc Jacobs lavora alla linea Primavera Estate di Perry Ellis. Subito dopo, è licenziato. 

Sotto un’ipnotica compilation di rock alternativo, Naomi Campbell, Christy Turlington, Carla Bruni e Kate Moss, sfilano con un’aria trasandata, indossando camicie di flanella a quadrettoni, maxi abiti da nonna con stampe floreali e calzettoni a righe, portati dentro anfibi alti e neri.

A quanto pare, un vero disastro per la critica: una collezione che stravolgendo i canoni estetici del periodo, e non rispettando la verve yuppie di Perry Ellis, porta subito il giovane Jacobs, al licenziamento.

Perry Ellis Spring 1993
Perry Ellis Spring 1993

Oggi, 25 anni più tardi, quella SS 93 rappresenta ancora uno dei migliori lavori del designer, e Redux Grunge Collection 1993/2018 Marc Jacobs – in vendita dal 15 novembre online, e in alcune boutique selezionate – la sua piccola grande rivincita, e dimostrazione.

Ispirandosi al leader dei Nirvana, Kurt Cobain e alla moglie Courtney Love, lo stilista statunitense infatti, come il soundtrack dello show, nel 1992 segue quel genere di musica, e perde il lavoro; ma senza saperlo, allo stesso tempo scrive un pezzo di storia, definendo il carattere di uno degli stili più rumorosi del fashion system: il grunge

Ma che cos’è il grunge?

Al principio è solo musica. Alternative rock per la precisione: un mix di hardcore e post-punk californiano, che nasce a Seattle, e che dunque non ha nulla a che vedere con la moda, e il costume. Nirvana, Pearl Jem, Sound Garden, Alice in Chains sono queste le rock band, che tra fine anni 80 e inizo 90, lanciano il Seattle sound o grunge: un nuovo modo di fare musica, con strumentazioni semplici, senza tastiere e sintetizzatori vari, ma con un sound rumoroso e di forte impatto. Un’aria di denuncia verso l’establishment, che oltre a essere urlata e suonata, era anche ben interpretata dai leader delle band con uno stile particolare: una combinazione di punk inglese e abiti da lavoro, come jeans o semplici t-shirt sgualcite, e incarnando il concetto stesso di protesta, sfidavano la borghesia e il suo dressing up, conquistando in brevissimo tempo numerosissimi giovani. Abiti usati, oversize, sovrapposizioni, maglioni lacerati, pantaloni con strappi abbassati sui fianchi, e anfibi oppure scarpe da jogging, sono questi insomma gli elementi di uno stile che essenzialmente rifiuta anche di esser tale. Complice il nichilismo e la sfiducia nel futuro, mood di un genere che facendo largo uso di mix and match trasuda casualità, diventando la non divisa della Generazione X, quella generazione volontariamente perduta. 

E allora, mentre Kurt Cobain e Courtney Love paparazzati, riempivano a profusione i mass media, lo stile della musica dell’urlo, passa velocemente dallo street style, e arriva alla moda, facendo il suo ingresso in passerella proprio con Perry Ellis e Marc Jacobs

La SS 93, omaggio allo stile del non-mi-interessa, della non cura per eccellenza, agli esordi, è una roba davvero troppo difficile da digerire per il womenswear: un vero dressing down diametralmente opposto al dressing up del periodo, con gli yuppie rampanti di Manhattan da un lato, e l’attenzione rivolta agli anni 80 dall’altro, e quell’immagine femminile forte, sempre all’altezza della situazione, necessaria per competere con gli uomini, nel mondo del lavoro.

Ma oggi, con la moda contemporanea che sempre più, celebra il decennio del minimalismo, e l’attenzione, spesso rivolta alla normalità rilassata, complice la tendenza normcore (crasi da normal e hardcore) – e il conseguente impegno a sembrare normali per essere unici, nel mare magnum dei social network dove l’hashtag #vitavera conta più di 15 mila post – un Marc Jacobs più maturo ripesca nel vecchio archivio, e ci riprova.

“La prima volta che mi sento pronto e determinato a vedere la mia visione prendere vita sulla passerella, senza compromessi creativi” ha detto in un comunicato il designer, e scritto poi, nella sezione del sito dedicata al lancio della collaborazione. 

Dalla generazione X ai millenials si potrebbe dire, e così in accordo con Perry Ellis, lancia (e rilancia?) la collezione della discordia. 26 look selezionati e fotografati da Juergen Teller, pronti a comporre la Redux Grunge Collection 1993/2018 Marc Jacobs.

Un mini video di 46 secondi, con Alternative Grunge Beauty di TeknoAXE come soundtrack, e tanti giochi di luci e ombre: queste le basi di un’atmosfera quasi sgualcita dal tempo, che su Youtube mostra in anteprima la campagna pubblicitaria. 

Sei modelle selezionate – tra cui Gigi Hadid, Slick Woods e Coco Gordon Moore – vestono i 26 look, e con un’aria dismessa, sfacciatamente ontrend, sorridono, mimando pose al rallentatore e incarnando la versione contemporanea delle top di 25 anni anni fa.

Tra Dott.Martnes in edizione speciale, e T-shirt limitate con i fumetti bizzarri di Robert Crumb, l’impavido Marc Jacobs riporta alla luce, e combina alcuni pezzi dell’iconico (e sfortunato) prêt-à-porter. Troppo avanti per il 1992, ma pazzescamente in linea con il 2018.

Perchè la Redux Grunge Collection 1993/2018 Marc Jacobs a 25 anni di distanza, è pronta a saziare il mondo che in questo momento, a quanto pare, ha seriamente bisogno di grunge. 

Sempre con passione,

Savannah

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