Giovedì 25 gennaio, primo giorno di Altaroma.
Arrivata al Guido Reni District, verso le dieci e qualcosa, ero già in fila per ritirare badge e cartellina bianca, quella con tutti i comunicati stampa della manifestazione.
Ma i problemi tecnici ci sono spesso, e in quell’occasione, la noiosa pratica del ritiro, durò più del solito. Per fortuna la sfilata di Minimal to, prima in calendario, era prevista in tarda mattinata.
Così, dopo un’ora di fervida attesa, recuperato il necessario e seduta praticamente a terra, su un lato del viale del Guido Reni District, riuscii a sfruttare poco meno di una manciata di minuti, per studiare tutto quello che c’era da sapere sul brand, finalista della scorsa edizione di “Who Is On Next?2017“.

Elisa Mazza, Danila Olivieri e Stefano Sberze. Tre giovani teste per un solo marchio: due donne e un uomo, uniti soltano da un diploma presso lo IED Moda Lab di Milano, e dalla costante osservazione della società contemporanea. Riflessione che con “offLiFe”, collezione F/W 18-19, ad Altaroma diventava pura esortazione. Pronta a liberarci definitivamente dalla dipendenza tecnologica, che automaticamente e sempre più, ci costringe a non vivere, per condividere.
Ed io con l’aria piena di aspettative, ben consapevole di quella nostra condizione, con il desiderio di corrispondere gli abiti al tema e alle parole, una volta accomodata, dal settore Stampa della sala 2, mi preparavo ad assistere allo show.
Ed io ho riconosciuto anche quel sottile equilibrio tra modernità e tradizione, fatto di contrasti, materiali tecnici e stampe: gessati, bande verticali, e camouflage. Tessuti militari rielaborati da forme naturali, a comporre nuove trame, mentre su tele di garza, meticolosamente serigrafate a mano, sagome acuminate di piante e fiori, apparivano come sogni in una realtà persa, da riconquistare.

Ed io con un occhio sulla passerella, e l’altro su Instagram mi sono sentita scrollare, quasi in un richiamo alle armi, una lotta al femminile, conseguenza necessaria dell’abitudine malsana di vedere il presente, filtrato dallo schermo del nostro cellulare.
Ph S.Dragone | Luca Sorrentino (fonte: altaroma.it)