Ogni anno, come da calendario, arrivano quando la primavera è inoltrata. E tra maggio e giugno tanti brand d’alta moda, sfilano con le loro collezioni Resort.
Ma che cosa sono le collezioni Resort?
Sono pre-collezioni, presentate quindi in anticipo rispetto a quelle principali di prê à porter. Una decina di anni fa, nascevano come collezioni di nicchia, per quelle persone che in inverno, andavano in vacanza (o in crociera), in posti esotici. Per tal motivo, oggi vengono chiamate Resort, Cruise, o crociera. Ed oggi, presentate, lontano dalle fashion week, e dalle città modaiole più famose, sono diventante fondamentali per i marchi di lusso.
Così lo stile classico Chanel, inconfondibile, grazie al genio Karl Lagerfeld, stilista e fotografo, alla direzione creativa della maison, ogni volta si plasma. E si lascia contaminare da quelle che sono le ispirazioni, il mood del momento, ed i luoghi. In genere città e paesi lontani dall’Europa.
“La Modernité de l’Antiquité” è la collezione Cruise 2018, un vero e proprio evento ispirato all’antica Grecia, organizzato con dovizia, questa volta però, in scena a Parigi, nella Galerie Courbe del Grand Palais.

Allora anch’io mi preparo, e seduta comoda sulla mia sedia girevole, di fronte al pc, mi dedico completamente. Come in preda da una fame fashion, salto da un magazine all’altro, salvando tutte le immagini, rubando più notizie e informazioni possibili.
Voglio trangugiare tutto d’un fiato. Faccio ricerche di moda. Ho un metodo abbastanza certosino: salvare la collezione, in apposite cartelle. Non soltanto quelle di Chanel.
Collezioni Primavera, Inverno, Haute Couture, Resort, Milano, Stoccolma, Parigi, Tokyo etc… salvo tutto. Migliaia e migliaia d’immagini, centinaia e centinaia di cartelle… ah, il mio povero hard disk ne sa qualcosa.
Lo scopo è anche quello di avere un occhio “allenato” diciamo, in modo da memorizzare i prossimi trend, comprendere gli stili, e provare ad avere un giorno, quella capacità di riconoscere un capo, con un solo e rapido sguardo.
Sul mio computer, le cartelle dedicate a Chanel, sono tra le più pesanti (anche Armani e Dolce & Gabbana non scherzano).
Karl Lagerfeld, non risparmia mai in quanto proposte, sono sempre molto copiose, in genere più di ottanta modelli per collezione; ed il brusio che lascia dopo ogni sua presentazione, lo è altrettanto. Un grandissimo evento a tema, portando tutti i suoi fedeli in giro per il mondo, e facendo vivere quella precisa esperienza sensoriale.
Guardo i video della sfilata, per coglierne bene il mood. Vedo quelle persone sedute lì, con in mano un telefono, un Ipad, o semplicemente un taccuino, e sogno di essere lì. Anch’io. Non in prima fila, mi accontenterei anche dell’ultima, quella in piedi, la più sfigata, lontano lontano (ma con un binocolo, per guardare bene i dettagli).
Fra tutte le stagioni, e più di tanti designer, Chanel mi fa troppo sognare! Chanel e le sue collezioni Resort poi, gettano ogni volta uno strano incanto sulla mia faccia.
Spesso mi ritrovo inebetita. Piacevolmente, ovvio. Deve essere magico respirare dal vivo quell’atmosfera. Quell’atmosfera che sempre si rinnova.
Un’isola di Dubai ad esempio, nel 2014 diventa teatro della collezione Cruise 2015. Dove un oriente moderno e romantico rispetta quell’etichetta degli Emirati Arabi. Abiti medio/lunghi indossati con pantaloni a sigaretta, e poi harem pants, stratificazioni, fermagli a mezzaluna, slipper di Aladino, e borsette a tracolla matalassè, a forma di bidoncino dell’olio. “A new One Thousand and One Nights” dichiarera’ Lagerfeld, a fine presentazione.

L’anno dopo a Seoul, invece vuole “coniugare lo stile tradizionale coreano, con l’eleganza degli intramontabili di Chanel” e s’ispira alla K-pop (un’abbreviazione che indica la musica pop coreana). Al Dongdaemun Design Plaza, sceglie una sala bianca e decora il pavimento con grandi pois colorati.

Il risultato? Una linea Resort 2016 dal mood funny, con camelie che diventano multicolor, cappelli neri di capelli intrecciati alla coreana, e patchwork brillanti di tweed. L’obiettivo è colpito e affondato!

E l’anno scorso, tutti a Cuba. Sul calar della sera, il centro dell’Havana, Paseo del Prado, si trasforma in una passerella, con tante modelle che sfilano tutte insieme.

I celebri giacchini in tweed, indossati su t-shirt con su scritte “viva Coco libre”, ed in testa i cappelli neri ispirati al basco di Che Guevara, decorati seguendo la tradizione locale. Una musica suonata dal vivo, è soundtrack di una linea chic, così unita a quel fascino retro degli americani vacanzieri, di una Cuba prerivoluzionaria.

Quest’anno invece, lo scorso 3 maggio, Chanel rompe il ciclo e sfila a Parigi (stranamente). E a Parigi, nel Grand Palais, sede delle sfilate di prê à porter, decide di portare la Grecia antica, tanto cara a Coco.
Una serie di colonne doriche in fila, un albero di ulivo, e piantine di salvia e rosmarino, che spuntano dalle pietre messe intorno a mo’ di macerie, sono tutti parte di una grande acropoli. Una Grecia ideale secondo Karl Lagerfeld, con l‘obiettivo di inscenare una mitologia moderna.


Un gioco molto chiaro dall’inizio, con tutte quelle proposte in tweed dai toni caldi neutri e terrosi, quasi a richiamare i colori della Magna Grecia, in contrasto con quelli accesi e vibranti di sandali gladiator e pochette.

E poi, maniche e orli a frangie, paillettes di foglie di alloro dorate, cerchietti di trecce e nastri neri, indossati insieme, contribuiscono a plasmare una collezione contemporanea, ma sempre antica come ispirazione.


Da una parte, una linea di costumi da bagno, con modelli interi o due pezzi, indossati con enormi caftani trasparenti, ricoperti da ricami preziosi.
Dall’altra, gli abiti eterei, morbidi, dalle sagome elleniche come le divinità, con top monospalla e lunghe gonne a colonna, alcuni spezzati da cinture e ricami con monete antiche e foglie in oro e argento.
Dunque a Parigi,
ma dentro il Partenone,
Chanel e il suo stile inconfondibile, questa volta si fondono, con la bellezza ellenica.
Ed eccola qui “la Modernité de l’Antiquité”
Collezione splendida…chissà perché non l’ha fatta ad Atene…
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Secondo neppure a provato a chiedere. Poco prima a Gucci dissero no alla sfilata dentro il Partenone
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