Fino a qualche giorno fa, googlando Living Coral, venivano fuori solo i coralli. Gli animaletti pieni pieni di vita che si trovano nelle acque tropicali, e sembrano delle pietre colorate.
Accadeva, qualche giorno fa, appunto. Perché Pantone ha scelto; e adesso digitando sul motore di ricerca, ovunque compare la sua immagine di presentazione: un fondale marino verde/azzurro con dei coralli in primo piano, e un simpatico pesciolino in tinta. Tutto dietro il timbro di fabbrica dell’azienda statunitense, pronta ogni anno e da quasi vent’anni, a compiere questa scelta, ormai tanto attesa e catalizzante.
Infatti, dopo mesi di ricerca in tutto il mondo, e una serie di immagini sui social, dedicate a mari e spiagge tropicali per creare la giusta suspense a poche ore dall’annuncio ufficiale, ecco che pescando dal Fashion Color Trend Report, la sua ristretta rosa di candidati, il COY19 (acronimo di “color of the year 2019” usato da Pantone per catalogare i colori) ha finalmente nome e codice: Living Coral (cod. 16-1546).

Comunicato, ovviamente, corredato da un mini video di presentazione che, sul sito dell’azienda, lo scorso mercoledì 6 dicembre, ha fatto anche da suggestivo supporto alla tanto attesa rivelazione. Si tratta di un arancione delicato, che alla fine è un mix di rosso, con tante punte dorate pronte a schiarirlo, che dei coralli prende proprio la parte più viva, dinamica, sfaccettata. Non è un caso, e come vedremo, neppure la scelta del participio presente living (trad. dall’inglese vivente) lo è.

Infatti, dopo il verde Greenery nel 2017, con il suo ritorno alla natura per placare il senso d’incertezza, e il misterioso Ultra Violet nel 2018, per stimolare l’ingegno e positività verso il futuro, con Living Coral, Pantone guarda di nuovo alla natura, all’ambiente, ma con un pizzico di consapevolezza in più, verso la vita, l’umanità, e soprattutto la rivoluzione digitale che, con l’ascesa dei social media, ormai è un processo in atto da un bel po’.
“Con tutto ciò che sta accadendo oggi, stiamo cercando quelle qualità umanizzanti perché stiamo vedendo la vita online disumanizzare un sacco di cose”, ha detto il vice presidente Laurie Pressman qualche giorno prima della presentazione. Uno sguardo alla natura, e uno sguardo al mondo digitale dunque, perché “le caratteristiche umanizzanti e confortanti del conviviale Pantone COY19 toccano il tasto giusto” ha dichiarato poi Leatrice Eisemann, nel comunicato ufficiale.

E così Pantone, cerca di abbracciare il lato più umano, con un colore vivace e morbido allo stesso tempo. Un colore saturo che piace ai millennials, ma anche dolce e delicato al punto giusto, e perfettamente in grado di conquistare le nostre nonne. Conviviale dunque, dal punto di vista generazionale: perfetto nel mondo digitale, e quindi per distinguersi nel mare magnum dei social media; e più-che-perfetto nel mondo reale, perché fa sentire bene, e con i suoi toni corallo, ha un’immagine morbida, familiare, vagamente retro.
E allora conforto, umanità, vita, dinamismo, sembra chiedere troppo al colore dell’anno, ma diceva bene sempre la Pressman, qualche mese fa, quando spiegando la palette cromatica dei report, con alcune indicazioni sulla possibile scelta del COY19, oltre al concetto di seasonless, parlava di sfumature che essenzialmente “forniscono sicurezza e sollevano i nostri spiriti”.

E osservare il mondo in Living Coral, fa sentire dunque sollevati, compresi, ma allo stesso tempo vivi: il nostro non è un atteggiamento passivo, sornione, al contrario, abbiamo fatto il rodaggio con tutti quei pro e contro del mondo digitale, e nonostante ci sia ancora tanto da affrontare, alla fine siamo consapevolmente vivi; perché siamo degli esseri umani con la voglia insaziabile e banale di legami autentici, esperienze coinvolgenti, insieme a tutto ciò che, detto in digitale, può nascondersi anche dietro hashtag come #vitavera ad esempio.

Un modus vivendi che va ben oltre il concetto di stagionalità, il tutto richiamato alla mente da una splendida e calda combinazione di tonalità, luminosità e saturazione, la famosa tripletta del modello di Alfred H. Munsell (noto come HLS, dalle iniziali dei termini in inglese: hue, lighteness e saturation, che Pantone ovviamente utilizza per identificare e catalogate i suoi colori attraverso i codici numerici).

Ma oltre all’atteggiamento umano, all’aspetto conviviale, l’azienda statunitense guarda di nuovo alla natura, non può prescindere dalla realtà, dalla consapevolezza, di fronte a un tema così importante come quello del rispetto per l’ambiente, soprattutto in un periodo storico in cui “i cambiamenti climatici stanno letteralmente rubando alle barriere coralline i loro arcobaleni”, come ha spiegato bene la Pressman.
Si celebra così un corallo vivente, un corallo che infonde energia e lo fa delicatamente, naturalmente, in acque cristalline che non dovrebbero fare continuamente i conti con la plastica. E quindi non è un caso se Pantone ha scelto proprio la parola living accanto ai suoi animaletti marini.
Per questo, l’arancione delicato, il rosa pesca, il rosso corallo, il salmone chiamatelo come vi pare, ha nella sua texture tantissime pagliuzze dorate. Infiniti pezzetti di luce splendente che, a prima vista sembrano pronti a schiarirne i toni, ma alla fine dei giochi, riprendono solo quel movimento dinamico, sfaccettato, perché dei coralli, vorrebbero prima di tutto, catturarne la vita.