Ogni anno il Pantone Color Institute, fa una bella ricerca approfondita, e ci dice quale sarà il colore di tendenza per l’anno successivo. Questo, accade ormai dal 2000, e la rivelazione, avviene di solito, sul finire dell’autunno.
Lo scorso dicembre infatti, l’azienda americana, ormai un’autorità in fatto di colore, dopo aver valutato tutti quelli mostrati dai designer, durante la fashion week di New York e poi di Londra, ha rivelato nome e codice, della sfumatura top per il 2017: il Greenery (codice 15-0343).
Oltre a condizionare settori come la moda, il design, l’arte e gli stili di vita, il colore scelto influenza anche me, che per l’attesa ogni volta quasi mi struggo. È sempre tanta, tantissima, la mia curiosità. Poi, occupandomi di ricerca sui trend, è ovvio che questa scelta si ripercuote direttamente sul mio lavoro. Mentre, è strettamente personale (e forse un pò insano) il fatto che, dal momento in cui viene fuori la notizia, la mia vita si tinge della sfumatura eletta colore dell’anno.

Vabbè, caso a parte, con questo post, vorrei provare a raccontarvi cosa rappresenta ogni anno, la scelta di colore da parte di Pantone. E forse così anche voi, proverete a vedere il verde Greenery dappertutto, e magari con una percezione un po’ diversa: oltre il semplice impatto cromatico e visivo.
“Perchè questo colore?” “Cosa mi rappresenta?” “Ma che ha di nuovo?” “Ma dai, ma dove vado con questo Greenery?” sono queste le domande che da qualche mese mi vengon poste. Ed io rispondo sempre dicendo che oltre ai trend, lanciati dal fashion, è tutta (anche) una questione di mood, di lifestyle, e di risposta a degli stimoli.
L’approccio alle sfumature scelte ogni anno, catalizzanti come veri e propri influencer, a volte è meno “visivo” e relegato al fashion, di quanto si creda. Diciamo che il processo è quasi psicologico, ed inizia pian piano, partendo dalla realtà che viviamo, e dal nostro modo di reagire, ovviamente.

L’anno scorso, la scelta cadeva su due colori pastello, Rose Quartz e Serenity, per aiutarci a trovare la pace interiore, l’equilibrio in un mondo caotico, di fronte alla frenesia del progresso tecnologico. Quest’anno invece, è il Greenery, un colore rivitalizzante, rigenerante, affinchè infonda quel senso di sicurezza in un contesto sociale e politico complesso.

Quindi se ci pensate bene, questo colore dell’anno, è quasi sempre in risposta a qualcosa. E quel qualcosa è spesso rappresentato dal contesto sociale, politico economico, e in questo caso dal senso d’incertezza che, oggi sempre più, attanaglia la società moderna.
Così, una sfumatura frizzante che guarda al futuro, e “simboleggia la nostra voglia di recuperare il legame con la natura, con gli altri, e di prefiggersi un fine più importante” ha detto Leatrice Eiseman, direttore esecutivo del Pantone Color Institute.
L’azienda statunitense infatti, ha presentato il colore, con un video. Il video, ben adattato ai tempi di Instagram, (da 0,46 secondi a 0,30 secondi), conta poche e brevi sequenze; ma credetemi, ciascuna è intrisa di input e significato.
La presentazione inizia con l’immagine di un palazzo in cemento. Sullo sfondo, un tramonto dai colori pastello.
Salutiamo il 2016 dunque, le sue vecchie sfumature, Rose Quartz e Serenity, con le sue vecchie problematiche.
Resettati, vogliamo rigenerarci: siamo pronti ad abbracciare il nuovo.

Una tavola bianca con frutta e verdura. Mele verdi in una ciotola, avocado, pomodori, patate dolci, in un’altra. E poi pasticcini con kiwi, piantine grasse, stampe di foglie e tovaglioli in tinta. Tè Matcha, a sinistra, mani che scrivono su una tastiera verde, a destra. E che subito dopo, chiudono lo schermo del pc (verde anche fuori).

Greenery, è una scelta influenzata dallo stile di vita contemporaneo, e dalla nostra costante attenzione per il food, diventata quasi ossessione, grazie ai programmi televisivi, agli spot, al web, e alla velocità con la quale accediamo all’informazione (anche se sbagliata, a volte). Un consumatore che vuole sapere cosa compra, cosa mangia. Se il prodotto contiene (il povero) olio di palma oppure no. Scelte consapevoli e cura del corpo, spiegano appunto il nostro desiderio di ringiovanire e di sentirsi bene, mangiando bene. Mangiando bio.
Il video continua, e mostra una ragazza con una gonna plissettata, lunga e verde, sull’ altalena. Si dondola sorridente in un giardino che sembra una giungla urbana. Ai piedi, dei sabot bianchi (trend S/S 2017), sulle mani smalto e accessori Greenery.

Poi una ragazza di colore, con ombretto sempre Greenery, che innaffia delle piante. Un cane che scorazza felice, in mezzo a dei ragazzi seduti, belli e rilassati, immersi nella natura, durante un pic nic in giardino.

Tutto il video gioca sulla palette cromatica del verde e del bianco. Ed ecco la nostra voglia di avvicinarci alla natura, di condividerla con gli altri e di rispettarla, di goderne i benefici (greenery). Insieme a quella ricerca del senso di benessere e puricazione (bianco).
L’inquinamento, dell’aria che respiriamo, dell’acqua che beviamo, è un tasto dolente e contemporaneo, e ci porta a collaborare, differenziando i rifiuti, utilizzando prodotti green, evitando di usare la plastica. Greenery diventa anche un monito alla consapevolezza. Un monito a dare il nostro contributo.
Dal video, l’attenzione per il food, per l’ambiente, per la natura intorno, va ad influenzare il design, la moda, lo street style. E s’influenzano a vicenda, visto che il processo, come ci spiega appunto Francesco Morace in Real Fashion Trends, è abbastanza intrinseco, e troppo complesso da snocciolare.
Una codifica di questa tendenza si può avere anche guardando le immagini pubblicate da Pantone stesso su instagram (già a partire da qualche mese prima, della rivelazione ufficiale del colore, il 7 dicembre 2017).
Ad esempio pensate al prepotente trend anni’70 in cui ancora siamo immersi, e che stringe in un pugno chiuso settori come la moda e il design. Mobili e sedie essenziali senza fronzoli, dove materiali classici come pelle e legno si mescolano a contorni in acciaio e metallo. Inseriti in contesti moderni dallo stile industriale o nordico.
E poi intorno, carta da parati con stampe di vegetali, cactus veri, e finti (come quelli dell’ikea). Ed eccoli qui i veri elementi d’arredo: le piante. Stampate, ricamate su abiti e accessori. Ma anche vive e vegete! E questo vale sia per le abitazioni private, che per le strutture ricettive.


E se anche lo stile nordico, lascia il bianco e nero, contaminarsi dal misurato tocco di verde. Pothos, Kenzia, Aloe, sono quindi sparse in ogni ambiente della casa, promotrici del recupero di quel nostro, vecchio e sano, legame con la natura.
Per farvi un’idea, a tal punto vi consiglio di andare a sbirciare questi blog, e profili instagram (che seguo e adoro) @lulaida @stylizimoblog @woodandwhim
E vedere ad esempio, come la blogger e youtuber @lulaida, meravigliosa ragazza fiorentina, oltre a dare anteprime sui trend modaioli, con gusto, ed equilibrio, ha anche sapientemente arredato la sua casa, seguendo appunto il nordic style. Dal suo profilo instagram: un’accurata ricercatezza nello scegliere tutti gli elementi d’arredo. Che sempre più si arricchiscono di pezzi vintage. Pulizia, pace e stile all’inverosimile.
Oppure con un occhio più internazionale, stylizimoblog della norvegese Nina Holst. Sbirciate la sua gallery, e fate caso alla palette cromatica; vedrete spesso, come il verde della natura, ben si coniuga con il minimal dello stile nordico, trasmettendo quel flebile senso di rassicurazione.
E infine @woodandwhim, che seguo da poco e dalla quale, confesso di aver copiato lo splendido marrone talpa, per dipingere i miei vasi. La sua gallery mescola lo stile nordico contemporaneo con elementi seventy, rigorosamente scaldati dal legno, e rinfrescati dal verde delle piante, pensate e studiate per tutti gli ambienti della casa.
Quindi se mi permettete, color of the year, non vuol dire, che tutti dobbiamo indossare il Greenery adesso, o avremmo dovuto vestirci di Radiant Orchid (2014) di Marsala (2015) o di Rose Quartz e Serenity (2016) negli anni passati.
Per me colore dell’anno, è anche e prima di tutto, una questione di mood, di stile di vita, di risposta a degli stimoli ben precisi. E guardate che, questo affare, condiziona moltissimo, tutto e tutti!
Dunque ora provate,
provate a guardare il pacchetto di tovagliolini verdi da Ikea,
osservate bene la collezione di piatti vintage, con stampe di vegetali da Maison du Monde,
sparatevi la sfilata di Gucci, Prada, Marc Jacobs, Alice+ Olivia,

e poi guardate anche Zara, Mango, H&M che propongono splendidi abiti con fantasie jungle ispirate alla natura.
Anche dietro una stampa modaiola, di visivo, spesso ci può essere ben poco!
Dunque provate ad osservare come me, il mondo attraverso la sfumatura #Greenery, e fatevi delle domande, mentre con la coda dell’occhio,
ZOOMMATE sempre sui dettagli!
Sempre!
P. S. Grazie per essere arrivati fin qui a leggermi. Davvero! La moda, ovviamente, merita, un post a parte.